Arriveranno, forse, finanziamenti per quasi 95 milioni di euro da parte di Regione Lombardia per nuovi collegamenti stradali nel comasco: 30 milioni di euro la cifra, importantissima, promessa per le opere da realizzare solo sulla nostra città. Finanziamenti che, intendiamoci, non sono né un premio né un regalo, ma che ripagheremo sempre noi, a debito, nel futuro.
Di tutti questi fondi spartiti sul territorio comasco con logiche non propriamente meritorie, non un solo centesimo di investimento è ad oggi finalizzato al ripensamento di una nuova mobilità, non un solo euro è destinato ad incentivare nuove modalità per gli spostamenti delle persone: solo nuovo asfalto, solo più corsie, solo nuove strade.
E se dal canto nostro non possiamo che gioire per i 15 milioni che andranno finalmente a sgravare la città di un passaggio a livello, basta alzare leggermente lo sguardo dal livello cittadino e volgerlo verso quello che succederà intorno a noi per rendersi subito conto di quello che le opere previste per la rete viaria della bassa provincia comasca comporteranno per la già fragile viabilità marianese.
Il collegamento diretto della Pedemontana alla viabilità provinciale, l’ampliamento della Novedratese a quattro corsie, la realizzazione ex-novo di una (vera) tangenziale di Cantù: sono interventi che doneranno ulteriore asfalto utile e pronto ad essere percorso da un numero crescente di autoveicoli e mezzi pesanti, con un maggiore calibro stradale che porterà ad un conseguente e prevedibile aumento di utenti che sceglieranno di percorrere quelle tratte.
Mettendo in fila tutte queste opere in corso di progettazione, guardando all’intero contesto, diventa ormai evidente che se la Giunta marianese intenderà procedere con lo scellerato progetto di realizzazione della nuova STRADA REGIONALE (solo in parte finanziata) che attraverserà Mariano dividendola in due, gran parte del traffico transitante su queste nuove e potenziate arterie si riverserà nel già congestionato asse di attraversamento al centro della nostra città, che diventerà terra di mero passaggio e di collegamento tra la provincia di Como e quella di Monza, senza nessun vero beneficio per la nostra comunità, che si vedrà privata anche di parte del Parco Regionale, appena costituito.
Una strada che sarà dannosa per l’ambiente, per il paesaggio, per la vivibilità delle aree interessate e, a guardar lungo, anche per i futuri bilanci cittadini. Un’opera che, per il contesto in cui si inserisce, appare oltretutto già inadeguata ed insufficiente prima ancora della sua realizzazione.
Occorre che a fronte dei finanziamenti in arrivo la Provincia di Como proceda con un attento ed approfondito studio dei flussi di traffico e una progettazione unitaria che non penalizzi il nostro territorio, ma che ne tuteli il paesaggio e premi la virtuosità di una città che ha dimostrato nel corso degli anni di non aver tuttavia ceduto completamente ad una cementificazione incontrollata, e che ha invece saputo salvaguardare boschi e terreni che ora rischiano di venire sottratti per sempre alla nostra comunità.
I soldi ed i finanziamenti per studiare e per progettare alternative concrete per alleggerire la viabilità comasca ora ci sono, sono promessi.
L’Amministrazione di Mariano non ceda il nostro Parco per risolvere i problemi causati da un traffico che non è generato dai marianesi, ma pretenda che vengano trovate soluzioni alternative per tutelare gli interessi della nostra comunità e del nostro territorio.
Le scelte di oggi faranno la differenza sulla vivibilità e sulla sicurezza della nostra città di domani: una città che ha già sofferto per anni le conseguenze di un traffico incontrollato e che oggi non può assumere l’assurda iniziativa di favorirne un ulteriore transito pagandone ancora un volta, da sola, il conto.