Non è solo questione di essere favorevoli o meno ad un nuovo supermercato. E non è neanche questione di essere pro o contro alla scelta (esecrabile) di rendere Mariano territorio di attraversamento asfaltando un’area protetta per realizzare una strada regionale.
Il tema di fondo rispetto alle (poche) iniziative di grande impatto per la città che oggi la Giunta comunale sta portando avanti in maniera esclusiva, quasi riservata, verte tutto sulle conseguenze che queste scelte avranno sulla città di domani.
Quale idea di futuro, di sviluppo, di città urbana e sociale stiamo perseguendo oggi per la Mariano dell’avvenire ed i cittadini che la vivranno tra 20 anni?
Oggi si spalancano, in sordina, le porte ai grandi operatori economici che realizzeranno nuovi insediamenti commerciali sull’asse di viale Lombardia, ancora una volta rincorrendo degli interventi completamente occasionali e contingenti, fuori da ogni logica di programmazione territoriale, e senza definire chiaramente i contenuti di una proposta parallela sul centro storico che salvaguardi e valorizzi il piccolo commercio ed i market di prossimità con tutto il contesto sociale e comunitario che ruota intorno ai negozi di quartiere.
Oggi si approva “a spot” un progetto di un ipermercato da più di 5000 metri quadri lordi, (pur operato in un apprezzabile recupero edilizio), in pieno agosto senza un accenno di condivisione con i gruppi consiliari e la cittadinanza.
Un intervento che (o lo si sottovaluta, o si fa finta di non vederlo) sarà traino per altre catene di vendita e quindi probabilmente solo il primo di una lunga serie di nuovi insediamenti commerciali sul tracciato di viale Lombardia, che nell’idea dell’Amministrazione sarà il primo tassello dell’asse di attraversamento provinciale, e che saranno certamente forieri di un ulteriore aggravio del traffico di attraversamento andando a dividere definitivamente la città in due, col rischio concreto di sommergere anche le altre vie della città di nuove auto.
In assenza di un piano complessivo, pezzo a pezzo verranno realizzate una serie di superfici commerciali non integrate nel tessuto urbano, difficilmente raggiungibili se non in automobile, più al servizio di chi da Mariano ci passa che dei marianesi, e parimenti difficilmente fruibili dall’utenza fragile ed anziana che abita (in maniera crescente) la nostra comunità, e che trova nei più contenuti market di prossimità, integrati nel contesto della città, un sostegno per le piccole spese di ogni giorno. Quegli stessi negozi, rivenditori ed operatori che saranno messi in difficoltà nel caso di una esplosione incontrollata di attività commerciali lungo la nascente arteria regionale intra-urbana, e che invece guardando al nostro futuro tessuto sociale dovremmo difendere e tutelare.
Strade, grandi superfici commerciali, supermercati: un modo miope di intendere lo sviluppo urbano vecchio di 40 anni, un archetipo sorpassato, già fallimentare ed in crisi da più di una decade, un modello amministrativo che guarda più agli “oneri” di oggi che al benessere della comunità di domani.
In questo tempo per certi versi sospeso ed incerto, prima di avventurasi nel demandare la progettazione di una città frammentata ai singoli operatori economici e commerciali, bisognerebbe veramente avere l’acume di fare un investimento di prospettiva, intervenendo nella revisione e nel rafforzamento di quegli strumenti utili a governare il territorio ed i processi urbani che lo disegnano, attraverso una seria discussione e condivisione comunitaria, che possa avere un ampio respiro.
Perché la città che oggi è di tutti sarà di altri domani, e le scelte che la disegnano, l’ho già detto, non vanno solo assunte: vanno discusse e, quando serve, vanno spiegate. Specie quando non sono condivise.